
La nuova disciplina delle start-up innovative italiane trova finalmente i suoi contorni definitivi con la circolare ministeriale del 29 luglio 2025
Di Marco Scardeoni, Founder & Managing Partner – Marco Scardeoni & Partners
Il mondo delle start-up innovative italiane sta vivendo la sua più grande trasformazione degli ultimi dieci anni. Dopo l’entrata in vigore della Legge n. 193 del 16 dicembre 2024, i chiarimenti ministeriali pubblicati nella circolare del 29 luglio 2025 hanno finalmente definito i contorni operativi di una riforma che cambierà radicalmente le regole del gioco per migliaia di imprenditori italiani.
Come Managing Partner di Marco Scardeoni & Partners, ho seguito personalmente l’evolversi di questa normativa e posso affermare che siamo di fronte a un vero e proprio cambio di paradigma. La circolare del 29 luglio 2025 non si limita a fornire chiarimenti tecnici, ma ridisegna completamente la strategia di crescita che ogni start-up innovativa dovrà adottare per mantenere i propri privilegi fiscali e amministrativi.
L’entrata in vigore della Legge n. 193/2024 e i chiarimenti della circolare del 29 luglio 2025 hanno ridefinito in modo significativo il quadro normativo delle start-up innovative.
Le principali modifiche riguardano:
Queste modifiche puntano a selezionare le realtà con maggiore capacità di innovazione e crescita, riducendo l’accesso alle sole imprese che rispettano criteri più stringenti.
La prima grande novità chiarita dalla circolare del 29 luglio 2025 riguarda chi può effettivamente definirsi start-up innovativa secondo il nuovo ordinamento. Il documento ministeriale ha definitivamente risolto i dubbi interpretativi sorti dopo l’entrata in vigore della legge, introducendo due requisiti fondamentali che rappresentano una vera e propria rivoluzione concettuale.
Da un lato, ogni start-up deve necessariamente rientrare nella definizione europea di piccola e media impresa, seguendo i parametri stabiliti dalla Raccomandazione della Commissione Europea 2003/361/CE. La circolare ha chiarito che questo requisito deve essere verificato considerando non solo l’impresa in sé, ma anche le eventuali società controllanti, collegate o associate, escludendo definitivamente le start-up che fanno capo a grandi gruppi industriali.
Dall’altro lato, e questa è forse la novità più impattante chiarita nella circolare del 29 luglio 2025, è stata esplicitamente vietata l’attività prevalente di agenzia e consulenza. Il documento ministeriale ha fornito una definizione precisa di cosa si intenda per consulenza, identificandola come “una prestazione lavorativa professionale da parte di un’impresa che, avendo accertata esperienza e pratica in una materia, consiglia e assiste il proprio cliente nello svolgimento di atti, fornisce informazioni e pareri”. La circolare ha anche elencato specifici codici ATECO che sono esclusi dal regime delle start-up innovative, come il 70.2 per la consulenza imprenditoriale e il 74.99 per le attività professionali tecniche.
La circolare del 29 luglio 2025 ha finalmente chiarito tutti gli aspetti operativi del nuovo sistema temporale stratificato introdotto dalla legge. Il periodo iniziale di registrazione è stato confermato nella riduzione da cinque a tre anni, ma la circolare ha precisato che questa modifica si applica solo alle nuove iscrizioni a partire dal 18 dicembre 2024.
Il documento ministeriale ha dettagliato con precisione chirurgica i requisiti per l’estensione dal terzo al quinto anno. La start-up può scegliere di incrementare le proprie spese di ricerca e sviluppo al venticinque percento, e la circolare ha chiarito che questo requisito deve essere attestato in fase di presentazione del bilancio del terzo anno di permanenza. Alternativamente, può dimostrare la capacità di collaborare con il settore pubblico attraverso contratti di sperimentazione con pubbliche amministrazioni, dovendo allegare alla dichiarazione la relativa documentazione dimostrativa non reperibile d’ufficio dalle Camere di Commercio.
La circolare del 29 luglio 2025 ha anche specificato che per quanto riguarda l’ottenimento di brevetti, requisito alternativo per l’estensione, non è sufficiente il semplice contratto di licenza, ma la start-up deve essere effettivamente titolare del brevetto riconosciuto e registrato. Inoltre, sono esplicitamente esclusi i modelli di utilità e i programmi per elaboratore registrati presso il Registro pubblico speciale.
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La vera innovazione concettuale approfondita nella circolare del 29 luglio 2025 riguarda la fase scale-up, che consente alle start-up più performanti di rimanere nel registro speciale fino a un massimo di nove anni complessivi. Il documento ministeriale ha chiarito che l’accesso a questa fase richiede aumenti di capitale superiori al milione di euro da parte di organismi di investimento collettivo del risparmio, e ha specificato che per il primo biennio di proroga, l’aumento di capitale deve realizzarsi nei primi cinque anni di permanenza, mentre per il secondo biennio deve avvenire tra il quinto e il settimo anno.
Per quanto riguarda l’alternativa della crescita dei ricavi superiore al cento percento annuo, la circolare del 29 luglio 2025 ha precisato che per la proroga dei primi due anni l’incremento va calcolato rispetto al quarto anno di iscrizione, mentre per la proroga dei secondi due anni va calcolato rispetto al sesto anno di iscrizione.
Uno degli aspetti più attesi e finalmente chiariti dalla circolare del 29 luglio 2025 riguarda la gestione del periodo transitorio. Il documento ha confermato che le start-up iscritte da meno di diciotto mesi al 18 dicembre 2024 hanno sei mesi aggiuntivi dalla scadenza del terzo anno per dimostrare il possesso dei nuovi requisiti, mentre quelle iscritte da oltre diciotto mesi dispongono di dodici mesi aggiuntivi.
La circolare ha inoltre chiarito che per le start-up che attualmente svolgono prevalentemente attività di consulenza, non si procederà a cancellazione immediata, ammettendo la possibilità di dimostrare il possesso definitivo del requisito attraverso la successiva dichiarazione annuale di mantenimento dell’iscrizione. Questo principio di “graduale adeguamento” rappresenta un approccio pragmatico che consente alle imprese di riorganizzare le proprie attività senza subire penalizzazioni immediate.
La circolare del 29 luglio 2025 ha fornito per la prima volta dati precisi sull’impatto delle cancellazioni. Basandosi su un’analisi dei dati del Registro delle Imprese aggiornata al 10 marzo 2025, il documento rivela che risultavano presenti nella sezione speciale 817 imprese costituite da più di sessanta mesi, di cui 584 avevano già superato tale soglia al 18 dicembre 2024. La circolare ha chiarito che tutte queste imprese devono essere cancellate d’ufficio per decorso del termine, previo invito al passaggio nella sezione speciale delle PMI innovative.
La circolare del 29 luglio 2025 ha anche specificato le modalità pratiche per l’attestazione dei nuovi requisiti. I soggetti interessati potranno richiedere l’iscrizione attraverso un modello di autocertificazione unificato che sarà reso disponibile nella sua versione aggiornata da parte degli Uffici Camerali. Per le conferme dei requisiti del comma 2-bis, la circolare ha precisato che i requisiti di carattere contabile devono essere attestati in fase di presentazione del bilancio del terzo anno, mentre gli altri requisiti devono essere attestati al momento della dichiarazione di possesso.
Il documento ha anche chiarito che per le nuove iscrizioni a partire dal 18 dicembre 2024, la conferma dei requisiti deve avvenire entro trenta giorni dall’approvazione del bilancio di chiusura dell’esercizio del terzo anno e comunque non oltre il 31 luglio, pena la cancellazione per decorrenza del termine.
Alla luce dei chiarimenti forniti dalla circolare del 29 luglio 2025, la strategia vincente per le start-up innovative richiede una pianificazione ancora più precisa e strutturata. Il documento ministeriale ha eliminato ogni ambiguità interpretativa, creando un quadro normativo chiaro ma selettivo che premia solo chi dimostra reale innovatività e crescita sostanziale.
Le start-up che sapranno adeguarsi tempestivamente ai nuovi requisiti, pianificare strategicamente gli investimenti in ricerca e sviluppo, e costruire partnership qualificate con il settore pubblico, potranno beneficiare di un percorso privilegiato fino a nove anni complessivi. La circolare del 29 luglio 2025 ha trasformato quello che inizialmente sembrava un inasprimento normativo in un’opportunità per distinguere le vere eccellenze imprenditoriali.
Il futuro delle start-up innovative italiane si presenta quindi ricco di opportunità per chi saprà interpretare correttamente i nuovi parametri, ma anche decisamente selettivo verso chi continuerà a operare secondo i vecchi schemi. La chiarezza definitiva fornita dal documento ministeriale rappresenta ora il punto di riferimento imprescindibile per ogni strategia imprenditoriale nel settore dell’innovazione.
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