
16/06/2025
A cura del Dott. Marco Scardeoni
Dottore Commercialista e Revisore Contabile
Founder e Managing Partner dello Studio Marco Scardeoni & Partners – Tax, Legal & Labour
L’esterovestizione societaria rappresenta oggi uno dei rischi più significativi per le aziende italiane che operano con strutture internazionali. Nel panorama tributario contemporaneo, identificare correttamente la residenza fiscale di una società è diventato cruciale per evitare sanzioni amministrative e conseguenze penali che possono compromettere definitivamente un’attività imprenditoriale.
Il principio della tassazione mondiale (world wide taxation) stabilisce che una volta accertata la reale residenza di un’impresa, la stessa sarà assoggettata a tassazione in un determinato Stato per tutti i redditi ovunque prodotti nel mondo. Questa premessa rende fondamentale una corretta qualificazione della residenza fiscale, specialmente dopo le recenti modifiche normative che hanno reso molto più stringenti i controlli dell’Agenzia delle Entrate.
L’esterovestizione societaria si manifesta quando esiste una dissociazione tra la residenza formale di una società, stabilita attraverso la costituzione all’estero, e la sua residenza fiscale sostanziale, determinata dalla localizzazione effettiva delle attività di direzione e gestione. Questo fenomeno viene spesso utilizzato per beneficiare di regimi fiscali più vantaggiosi, trasferendo formalmente la residenza in Paesi a fiscalità agevolata.
Le recenti modifiche all’articolo 73, comma 3, del Testo Unico delle Imposte sui Redditi hanno ridefinito completamente i criteri di determinazione della residenza fiscale. Si considerano ora residenti le società che per la maggior parte del periodo di imposta hanno nel territorio italiano la sede legale, la sede di direzione effettiva o la gestione ordinaria in via principale.
La vera rivoluzione normativa riguarda la definizione di sede di direzione effettiva, identificata come “la continua e coordinata assunzione delle decisioni strategiche riguardanti la società nel suo complesso”. Parallelamente, la gestione ordinaria viene definita come “il continuo e coordinato compimento degli atti della gestione corrente”, imponendo una valutazione dell’effettivo radicamento territoriale dell’azienda.
L’Amministrazione finanziaria ha sviluppato metodologie di controllo sempre più sofisticate per identificare casi di esterovestizione. Gli elementi che vengono analizzati con particolare attenzione nelle verifiche fiscali includono:
La residenza degli amministratori e dei soci di riferimento rappresenta il primo elemento di valutazione. Se i soggetti che effettivamente controllano la società risiedono in Italia, questo costituisce un forte indizio di esterovestizione. La localizzazione effettiva delle riunioni societarie viene verificata attraverso l’analisi di documenti, comunicazioni e tracce digitali che possano rivelare dove avvengono realmente le discussioni strategiche.
Il luogo dove vengono conservate le scritture contabili e la documentazione aziendale assume particolare rilevanza, così come la localizzazione del personale chiave e delle funzioni operative principali. L’Amministrazione esamina attentamente la natura e la localizzazione dei rapporti bancari e finanziari, l’origine della clientela di riferimento e la localizzazione degli investimenti e delle attività patrimoniali.
Un aspetto particolarmente delicato riguarda l’analisi della documentazione societaria. Non è più sufficiente che i verbali del consiglio di amministrazione risultino formalmente redatti all’estero se emergono elementi che possano far pensare a una discussione preventiva tra soggetti residenti in Italia. La corrispondenza elettronica, i contratti commerciali e la documentazione bancaria vengono esaminati per identificare indizi sulla reale localizzazione delle attività di gestione.
Quando l’Amministrazione finanziaria sospetta un caso di esterovestizione, avvia una procedura di verifica che può avere conseguenze devastanti. Il primo passo consiste nell’identificazione fiscale coattiva del soggetto estero: l’Agenzia delle Entrate procede unilateralmente all’apertura di una posizione fiscale italiana, attribuendo d’ufficio alla società estera un codice fiscale e una partita IVA italiana.
La verifica fiscale inizia con la redazione di un processo verbale che deve documentare accuratamente le motivazioni del controllo, illustrare i diritti e doveri del contribuente secondo lo Statuto dei diritti del contribuente, e descrivere dettagliatamente le operazioni svolte durante l’attività ispettiva. Durante la verifica, i funzionari analizzano sistematicamente tutta la documentazione aziendale, intervistano amministratori e dipendenti chiave, esaminano la corrispondenza commerciale e verificano la localizzazione effettiva delle attività.
Al termine dell’attività, se emerge l’esterovestizione, viene redatto un processo verbale di constatazione che documenta tutte le violazioni riscontrate. Questo documento rappresenta la base per l’emissione di atti impositivi e per la valutazione di eventuali profili penali che potrebbero portare alla trasmissione degli atti alla Procura della Repubblica.
Una volta accertata l’esterovestizione societaria, le conseguenze sono immediate e particolarmente gravose. La società viene considerata residente in Italia per tutto il periodo oggetto di verifica e deve assoggettare a tassazione italiana tutti i redditi prodotti ovunque nel mondo, inclusi quelli derivanti da attività estere, investimenti internazionali, royalties e qualsiasi altra fonte reddituale.
Le sanzioni amministrative previste sono particolarmente severe e includono la sanzione per omessa dichiarazione, pari al centoventi per cento dell’ammontare delle imposte dovute con un minimo di duecentocinquanta euro; le sanzioni per omessa tenuta delle scritture contabili obbligatorie; le multe per mancata richiesta del codice fiscale; le sanzioni per omessa presentazione delle dichiarazioni IVA; le penalità per mancata comunicazione di inizio attività.
Dal punto di vista penale, l’esterovestizione può configurare il reato di omessa dichiarazione previsto dall’articolo 5 del decreto legislativo 74/2000, che punisce con la reclusione da due a cinque anni chiunque non presenti le dichiarazioni fiscali obbligatorie quando l’imposta evasa supera i cinquantamila euro per ciascuna imposta.
La distinzione tra elusione ed evasione fiscale assume un ruolo cruciale. Mentre l’elusione non comporta conseguenze penali, l’esterovestizione viene qualificata come vera e propria evasione fiscale. Come chiarito dalla Circolare n. 1/2018 del Comando Generale della Guardia di Finanza, i casi di esterovestizione rappresentano tipiche ipotesi di evasione fiscale, configurando una violazione diretta delle norme tributarie.
La prevenzione dell’esterovestizione richiede una pianificazione fiscale internazionale basata su presupposti di sostanza economica reale. Una strategia efficace deve iniziare dalla corretta progettazione della struttura societaria, assicurandosi che la localizzazione della sede di direzione effettiva sia coerente con la residenza fiscale dichiarata.
Le decisioni strategiche devono essere effettivamente prese nel Paese di residenza attraverso organi amministrativi ivi localizzati, mentre il management operativo deve essere effettivamente localizzato all’estero con competenze e autonomie reali. Le scritture contabili devono essere tenute secondo le norme locali del Paese di costituzione, con uffici operativi e personale qualificato effettivamente presenti.
La documentazione assume un ruolo cruciale nella prevenzione. Tutte le attività che dimostrano la localizzazione estera della società devono essere adeguatamente documentate e conservate sistematicamente. I verbali delle riunioni del consiglio di amministrazione devono essere redatti nel Paese di residenza e riflettere discussioni effettivamente avvenute in loco, mentre la corrispondenza aziendale deve essere gestita dall’estero utilizzando indirizzi e riferimenti locali.
È fondamentale che la pianificazione fiscale sia trasparente e che le motivazioni economiche delle scelte strutturali siano chiaramente documentate. Le autorità fiscali valutano sempre più attentamente la sostanza economica delle operazioni, e strutture finalizzate esclusivamente all’ottenimento di vantaggi fiscali vengono scrutinate con particolare attenzione.
La gestione del rischio di esterovestizione richiede competenze specifiche che includono diritto internazionale, diritto societario comparato e pianificazione fiscale internazionale avanzata. La consulenza preventiva permette di identificare tempestivamente i rischi associati a specifiche strutture societarie e di adottare le misure correttive necessarie.
Nel caso di controllo fiscale, l’assistenza di consulenti specializzati diventa fondamentale per garantire la corretta gestione della procedura e la tutela dei diritti del contribuente. L’assistenza deve assicurare che la documentazione richiesta sia fornita in modo completo e tempestivo, che le risposte ai verificatori siano accurate e che vengano utilizzate tutte le strategie possibili per minimizzare le conseguenze negative.
La consulenza specializzata deve anche valutare l’opportunità di ricorrere a procedure di voluntary disclosure o ad altri strumenti di regolarizzazione spontanea che possano permettere di sanare situazioni irregolari prima della scoperta da parte dell’Amministrazione finanziaria. Questi strumenti permettono spesso di evitare le conseguenze penali e di gestire la regolarizzazione in modo controllato.
Le holding estere richiedono particolare attenzione nella valutazione del rischio di esterovestizione. La natura tipicamente finanziaria di queste società, caratterizzata dalla gestione di partecipazioni e dalla pianificazione strategica di gruppo, rende più difficile dimostrare una sostanza operativa effettiva nel Paese di costituzione.
Per le holding familiari costituite all’estero, è fondamentale che le decisioni di investimento e disinvestimento siano effettivamente prese all’estero, che la gestione delle partecipazioni avvenga attraverso strutture locali qualificate e che le attività di pianificazione successoria siano documentate e gestite nel rispetto delle normative del Paese di residenza.
Le sub-holding operative richiedono un’analisi ancora più approfondita, dovendo dimostrare non solo la localizzazione delle funzioni direttive ma anche quella delle attività operative che giustificano la loro esistenza economica.
Le società costituite in paradisi fiscali o in Paesi a fiscalità privilegiata sono soggette a un controllo ancora più stringente da parte dell’Amministrazione finanziaria italiana. La presenza di regimi fiscali particolarmente vantaggiosi richiede una dimostrazione ancora più rigorosa della sostanza economica della localizzazione estera.
Per le società costituite in giurisdizioni incluse nella black list o nella gray list, è fondamentale che la scelta della localizzazione sia giustificata da motivazioni economiche genuine e documentabili, che vadano oltre il mero vantaggio fiscale. L’esistenza di accordi per lo scambio di informazioni con l’Italia amplifica ulteriormente il rischio di controlli e verifiche.
Mantenere una residenza fiscale estera valida richiede un monitoraggio costante e una compliance rigorosa. È necessario verificare periodicamente che le condizioni che giustificano la residenza estera continuino a sussistere e che le attività della società rimangano coerenti con la localizzazione dichiarata.
Il monitoraggio fiscale deve includere la verifica della localizzazione effettiva delle riunioni societarie, il controllo della gestione operativa quotidiana, la verifica della conservazione della documentazione e delle scritture contabili, il controllo dei rapporti bancari e finanziari, la verifica della localizzazione del personale chiave.
È inoltre fondamentale mantenere aggiornata la documentazione che dimostra la localizzazione estera, includendo contratti di affitto di uffici, contratti di lavoro del personale locale, accordi con professionisti locali, documentazione bancaria e finanziaria locale.
L’evoluzione della normativa italiana si inserisce in un contesto internazionale caratterizzato da una crescente attenzione alla lotta contro l’evasione fiscale. I progetti OECD di contrasto al “Base Erosion and Profit Shifting” e l’implementazione delle direttive europee contro le pratiche fiscali aggressive stanno determinando un allineamento verso standard sempre più rigorosi.
È prevedibile un ulteriore inasprimento dei criteri di determinazione della residenza fiscale e un potenziamento degli strumenti di controllo. Lo scambio automatico di informazioni tra Paesi, l’implementazione del “Country by Country Reporting” e lo sviluppo di sistemi di analisi dei dati sempre più sofisticati renderanno sempre più difficile mantenere strutture non sostenute da sostanza economica reale.
L’esterovestizione societaria rappresenta uno dei rischi più concreti per gli imprenditori che operano con strutture internazionali. Le conseguenze di una qualificazione come soggetto esterovestito possono essere devastanti sia economicamente che penalmente, rendendo fondamentale un approccio preventivo basato su pianificazione accurata e consulenza specializzata.
La prevenzione attraverso una corretta pianificazione fiscale internazionale, un’adeguata documentazione e il ricorso a consulenza qualificata rappresenta l’unico approccio efficace per gestire questi rischi. È essenziale che le strutture societarie internazionali siano giustificate da motivazioni economiche reali e gestite nel pieno rispetto delle normative applicabili.
L’epoca delle ottimizzazioni fiscali basate su costruzioni puramente formali è definitivamente tramontata. Il futuro della pianificazione fiscale appartiene a chi saprà coniugare l’efficienza fiscale con la sostanza economica, costruendo strutture che resistano al controllo delle autorità fiscali e al test della ragionevolezza economica.
Come professionisti del settore, accompagniamo i nostri clienti in questo percorso di adeguamento normativo, fornendo consulenza qualificata per navigare in sicurezza in un panorama fiscale sempre più complesso. L’investimento in consulenza preventiva rappresenta oggi la scelta strategica più importante per proteggere il patrimonio aziendale e garantire la continuità dell’attività imprenditoriale.
Per una valutazione personalizzata del rischio di esterovestizione della vostra struttura societaria e per implementare strategie di prevenzione efficaci, contattate il nostro Studio. La prevenzione è sempre l’investimento più redditizio per la vostra sicurezza fiscale.