
07/04/2025
A cura del Dott. Marco Scardeoni
Dottore Commercialista e Revisore Contabile
Founder e Managing Partner dello Studio Marco Scardeoni & Partners – Tax, Legal & Labour
Un recente atto di indirizzo del Ministero dell’Economia e delle Finanze interviene in modo significativo sulla disciplina dell’abuso del diritto in ambito fiscale, con particolare rilevanza per le holding e i passaggi generazionali. Vediamo insieme le principali novità e le loro implicazioni pratiche.
Il contesto normativo
A dieci anni dall’inserimento dell’articolo 10-bis nello Statuto dei diritti del contribuente, il MEF ha finalmente fornito indicazioni metodologiche necessarie a circoscrivere l’applicazione dell’istituto dell’abuso del diritto, salvaguardando le legittime scelte negoziali dei contribuenti.
Con l’atto di indirizzo del 27 febbraio 2025, il Ministero ha chiarito che l’abuso del diritto rappresenta una clausola residuale, applicabile solo quando non si rilevi la violazione di specifiche norme tributarie, evitando così che diventi un “grimaldello” per contestazioni indiscriminate.
Elementi costitutivi dell’abuso
Il MEF analizza gli elementi chiave che costituiscono l’abuso:
Un punto particolarmente rilevante riguarda i “differimenti di imposizione”, che possono essere considerati vantaggi indebiti solo se configurano un rinvio della tassazione sine die o significativamente posticipato, non se meramente temporaneo.
Il ruolo delle holding di partecipazioni
Una precisazione fondamentale riguarda le holding di partecipazioni: non può considerarsi indebito il “vantaggio” derivante dall’utilizzo di una holding come collettore delle risorse finanziarie delle società operative controllate.
La scelta dei soci di non distribuire gli utili, ma di reinvestirli nel circuito economico attraverso la holding per nuovi investimenti, non costituisce un differimento della tassazione. Al contrario, questo approccio consacra pienamente il ruolo delle holding voluto dal legislatore.
Libertà di scelta del contribuente
Il MEF sottolinea l’importanza di verificare il rispetto della ratio della norma applicata dal contribuente, senza estendere l’analisi a norme non applicate. La scelta del contribuente per una certa soluzione non è censurabile, e il vantaggio fiscale che ne deriva è legittimamente conseguito.
Particolarmente significativo è il chiarimento sul fatto che il contribuente può modificare la propria situazione o le precedenti scelte negoziali per realizzare legittimamente le condizioni necessarie a fruire di normative fiscali di favore. Sarebbe illogico ritenere che un regime fiscale possa essere adottato solo ab origine e considerarlo abusivo se acquisito in un momento successivo.
Operazioni concatenate e passaggi generazionali
Per quanto riguarda le operazioni collegate tra più atti o contratti, il MEF invita a considerare l’obiettivo complessivo del contribuente, tenendo conto della loro concatenazione temporale. Tuttavia, specifica che la “concatenazione” implica una “stretta relazione di reciproca dipendenza”, escludendo quindi operazioni realizzate in tempi diversi per ragioni legate a mutamenti del contesto economico o delle esigenze familiari.
Questa interpretazione è particolarmente rilevante nei contesti di passaggio generazionale, dove le operazioni possono estendersi nel tempo in risposta a cambiamenti nelle dinamiche familiari.
L’orientamento delle Entrate
L’Agenzia delle Entrate ha mostrato, negli ultimi anni, un crescente atteggiamento di apertura, riconoscendo la neutralità fiscale come caratteristica naturale delle operazioni di riorganizzazione aziendale.
Particolare attenzione è stata dedicata al conferimento di partecipazioni in regime di realizzo controllato (art. 177, commi 2 e 2-bis del TUIR), strumento fondamentale per la riorganizzazione delle imprese familiari che consente di:
Casistiche recenti
Diverse recenti risposte dell’Agenzia hanno confermato la legittimità di:
Conclusioni
L’atto di indirizzo del MEF riconduce l’abuso del diritto nell’alveo disegnato dal legislatore, salvaguardando le ragioni extra-fiscali delle operazioni, siano esse di natura riorganizzativa o familiare.
Questa evoluzione interpretativa offre maggiori certezze agli imprenditori che intendono strutturare i propri gruppi aziendali e pianificare i passaggi generazionali, potendo contare su un quadro normativo più chiaro e su un’applicazione più prevedibile dell’istituto dell’abuso del diritto.
Per ulteriori approfondimenti o per valutare l’impatto di queste novità sulla vostra situazione specifica, non esitate a contattarci.