
Il quadro normativo degli incentivi fiscali per startup e PMI innovative ha subito una profonda trasformazione con l’entrata in vigore della Legge annuale per il mercato e la concorrenza e della cosiddetta Legge Startup. Le modifiche introdotte nel corso del 2024 e operative dal 2025 ridisegnano significativamente il perimetro delle agevolazioni fiscali per startup e PMI innovative, creando opportunità più vantaggiose per gli investitori in startup innovative, ma introducendo al contempo vincoli temporali e disposizioni antielusive che meritano un’attenta analisi da parte di professionisti e imprenditori.
Il legislatore italiano ha storicamente riconosciuto un ruolo strategico alle imprese ad alto potenziale di crescita, costruendo nel tempo un articolato sistema di incentivi fiscali e detrazioni IRPEF per startup innovative volto a incentivare l’apporto di capitale di rischio.
La disciplina ordinaria, prevista dall’articolo 29 del Decreto Legge 179/2012, consente alle persone fisiche di beneficiare di una detrazione IRPEF pari al 30% della somma investita nel capitale sociale di una startup innovativa, fino a un tetto massimo di un milione di euro annui; eventuali eccedenze possono essere riportate nei tre periodi successivi. Per i soggetti IRES, invece, è prevista la possibilità di dedurre dal reddito imponibile un importo pari al 30% della somma investita, con un limite massimo di investimento annuo fissato a un milione e ottocentomila euro.
A partire dal 2020, il Decreto Legge 34/2020 ha introdotto una detrazione maggiorata, disciplinata dall’articolo 29-bis del citato DL 179/2012, che ha elevato al 50% la percentuale detraibile per gli investimenti in startup innovative, entro il limite di centomila euro annui e nel rispetto del regime de minimis. Questa agevolazione, definita “a regime” e prioritaria rispetto a quella ordinaria, rappresentava già un significativo passo avanti nella politica di sostegno all’ecosistema innovativo italiano.
La vera svolta si concretizza con le disposizioni della Legge 193/2024, che per gli investimenti effettuati dal primo gennaio 2025 al 31 dicembre 2025 incrementa ulteriormente la detrazione IRPEF al 65% per le persone fisiche che investono nelle sole startup innovative, mantenendo invariato il limite massimo di centomila euro. È fondamentale sottolineare che questo potenziamento si applica esclusivamente alle startup innovative entro i primi tre anni di iscrizione nella sezione speciale del Registro delle imprese, escludendo quindi le PMI innovative che, al contrario, vedono terminare la detrazione maggiorata con gli investimenti effettuati entro il 31 dicembre 2024.
Una delle innovazioni più significative introdotte dall’articolo 31 della Legge 162/2024 riguarda il trattamento delle eccedenze della detrazione maggiorata rispetto all’IRPEF lorda del contribuente. Tradizionalmente, quando l’importo della detrazione superava l’imposta dovuta, la parte eccedente poteva essere riportata nei tre periodi d’imposta successivi, generando un beneficio differito nel tempo e soggetto alle incertezze legate alla capienza fiscale futura del contribuente.
Dal 2024, il legislatore ha introdotto un meccanismo più favorevole: qualora la detrazione del 50% (o del 65% per gli investimenti 2025) risulti di ammontare superiore all’IRPEF lorda dell’investitore, per l’eccedenza viene riconosciuto un credito d’imposta utilizzabile sia nel modello Redditi mediante compensazione interna, sia in compensazione orizzontale nel modello F24 utilizzando il codice tributo 7076. Questa modifica rappresenta un cambio di paradigma rilevante, poiché trasforma un beneficio fiscale potenzialmente vincolato dalla capienza IRPEF futura in uno strumento di credito immediatamente spendibile, anche per l’estinzione di debiti tributari o previdenziali di diversa natura.
La portata pratica di questa innovazione è considerevole: un investitore che apporti centomila euro nel capitale di una startup innovativa nel 2025 può beneficiare di una detrazione di sessantacinquemila euro; se la sua IRPEF lorda ammontasse, ad esempio, a quarantamila euro, i residui venticinquemila euro si trasformerebbero in un credito d’imposta immediatamente utilizzabile, anziché dover attendere gli anni successivi con l’incertezza di una sufficiente capienza fiscale.
Il potenziamento degli incentivi si accompagna all’introduzione di specifiche disposizioni antielusive, volte a contrastare comportamenti opportunistici che potrebbero snaturare la ratio della norma agevolativa. L’articolo 31 della Legge 193/2024 prevede che le detrazioni non operino in due ipotesi alternative:
Queste disposizioni rispondono a un’esigenza di tutela della finalità pubblicistica dell’incentivo, che è quella di attrarre capitale di rischio esterno verso imprese innovative, non di premiare operazioni sostanzialmente endogene.
La prima clausola antielusiva colpisce i casi in cui soci già presenti nella compagine sociale intendano aumentare significativamente la propria partecipazione, trasformando l’agevolazione in un beneficio per consolidare posizioni dominanti preesistenti. La seconda disposizione è invece rivolta ai consulenti o professionisti che, avendo già prestato servizi alla startup e maturato un interesse economico nella sua crescita, decidano di investirvi beneficiando dell’agevolazione fiscale pur essendo già legati alla società da rapporti commerciali rilevanti.
Un esempio concreto chiarisce l’applicazione della norma: un ingegnere che nel 2025 abbia fatturato quattrocentomila euro a una startup per servizi di consulenza tecnica non potrà beneficiare della detrazione del 65% qualora investa centomila euro nel capitale sociale della medesima società, potendo però accedere alla detrazione ordinaria del 30%. Analogamente, un investitore che con il suo apporto raggiunga il 30% del capitale sociale non potrà usufruire dell’agevolazione maggiorata.
Un’ulteriore modifica di rilievo introdotta dalla Legge 193/2024 riguarda la limitazione temporale dell’agevolazione. Dal 18 dicembre 2024, sia la detrazione ordinaria sia quella maggiorata possono essere fruite per un periodo massimo di cinque anni dalla data di iscrizione della startup nella sezione speciale del Registro delle imprese. Questo vincolo temporale si applica anche nel caso in cui la startup abbia legittimamente prorogato il proprio status oltre il termine ordinario di tre anni, ma non si estende alle cosiddette “scale-up” che abbiano ottenuto proroghe fino a sette o nove anni.
La ratio di questa limitazione risiede nella volontà di concentrare le risorse pubbliche nella fase più critica del ciclo di vita delle imprese innovative, quella in cui il fabbisogno di capitale esterno è maggiore e la difficoltà di accesso al credito bancario tradizionale è più accentuata. Dopo cinque anni, il legislatore presume che l’impresa innovativa abbia raggiunto un grado di maturità tale da poter attrarre capitali senza necessitare di incentivi fiscali straordinari.
Mentre le startup innovative vedono potenziati i benefici fiscali a loro dedicati, le PMI innovative subiscono una battuta d’arresto significativa. L’articolo 31, comma 3, della Legge 193/2024 stabilisce infatti che la detrazione maggiorata del 50% termina con gli investimenti effettuati entro il 31 dicembre 2024. Dal primo gennaio 2025, gli investitori in PMI innovative potranno beneficiare esclusivamente della detrazione ordinaria del 30% fino a un milione di euro annui.
Questa differenziazione di trattamento tra startup e PMI innovative merita una riflessione attenta. Le PMI innovative, a differenza delle startup, non hanno limiti di anzianità e rappresentano spesso realtà aziendali più consolidate, con fatturati e strutture organizzative più sviluppate. Il legislatore sembra aver operato una scelta di politica economica orientata a privilegiare l’apporto di capitale nella fase più embrionale dell’impresa innovativa, quella maggiormente esposta al rischio di mortalità precoce e meno attrattiva per gli investitori tradizionali.
È importante notare che le disposizioni antielusive introdotte per le startup innovative non sono state estese alle PMI innovative, configurando un regime normativo parzialmente differenziato che potrebbe generare incertezze interpretative e necessitare di futuri chiarimenti da parte dell’amministrazione finanziaria.
L’accesso alla detrazione maggiorata in regime de minimis richiede il rispetto di specifici obblighi di comunicazione preventiva. La startup innovativa deve inviare al Ministero delle Imprese e del Made in Italy una comunicazione telematica per ciascun investitore, esclusivamente attraverso la piattaforma dedicata accessibile all’indirizzo padigitale.invitalia.it. Questo adempimento, già previsto per il passato, assume particolare rilevanza alla luce delle modifiche normative intervenute.
Dal primo gennaio 2025, l’accesso alla piattaforma per le PMI innovative è consentito esclusivamente per la variazione di istanze già trasmesse, non per nuove concessioni, confermando la cessazione della detrazione maggiorata per questa categoria di beneficiari. La comunicazione preventiva deve contenere i dati identificativi dell’investitore; i dati della società innovativa destinataria dell’investimento; l’ammontare dell’investimento programmato, che non può superare i trecentomila euro annui; la dichiarazione del rispetto dei limiti de minimis.
Il sistema rilascia una ricevuta che deve essere conservata ed esibita in caso di controlli. È fondamentale comprendere che il beneficio riguarda il singolo investitore, pertanto per ciascuno di essi deve essere inserita un’istanza dedicata. L’impresa beneficiaria può presentare più istanze, una per ogni investitore, fermo restando il rispetto dei massimali di aiuto stabiliti dal Regolamento de minimis, recentemente elevato a trecentomila euro nell’arco di tre esercizi finanziari.
Il complesso sistema di agevolazioni e incentivi fiscali per startup e PMI innovative richiede l’osservanza di rigorosi obblighi di verifica sia in capo alle startup innovative sia in capo agli investitori. Le startup devono monitorare il cumulo degli aiuti ricevuti, indipendentemente dalla fonte o dalla forma, che non può superare la soglia di trecentomila euro; devono inoltre cooperare con gli investitori fornendo informazioni veritiere e aggiornate circa la propria situazione amministrativa e fiscale.
Gli investitori, dal canto loro, sono tenuti ad accertare il possesso dei requisiti di startup o PMI innovativa in capo alla società target; devono verificare che la società beneficiaria disponga di margini residui nel proprio plafond de minimis; devono acquisire dalla società dichiarazioni sostitutive che attestino l’ammontare degli aiuti già ricevuti e la disponibilità residua. La mancata osservanza di tali obblighi può comportare la perdita del beneficio fiscale, con conseguenze sanzionatorie che possono risultare particolarmente gravose.
In linea generale, la responsabilità principale ricade sull’investitore, che è il soggetto beneficiario diretto dell’agevolazione fiscale; tuttavia, è evidentemente possibile per questi agire in rivalsa nei confronti della società qualora la sanzione sia riconducibile a una condotta colposa della startup, quale ad esempio la fornitura di informazioni incomplete o non veritiere circa il proprio status o i propri plafond disponibili.
Il nuovo assetto normativo che si delinea per il biennio 2024-2025 configura un sistema di incentivi fiscali per startup e PMI innovative profondamente rinnovato. Si evidenzia una maggiore selettività temporale e settoriale ma anche da benefici più consistenti per gli investimenti nelle fasi iniziali del ciclo di vita delle startup innovative.
La detrazione IRPEF fino al 65% per startup innovative, unita alla possibilità di trasformare le eccedenze in credito d’imposta immediatamente utilizzabile, rappresenta un’opportunità significativa per attrarre capitale privato verso l’ecosistema innovativo italiano.
Professionisti e imprenditori devono tuttavia prestare particolare attenzione alle nuove disposizioni antielusive e ai vincoli temporali introdotti, che richiedono una pianificazione accurata degli investimenti e una verifica puntuale dei requisiti soggettivi e oggettivi per l’accesso alle agevolazioni. La fine della detrazione maggiorata per le PMI innovative dal 2025 impone inoltre una riconsiderazione delle strategie di investimento per coloro che avevano pianificato apporti di capitale in questa tipologia di imprese.
In un contesto economico che continua a richiedere stimoli all’innovazione e alla crescita dimensionale delle imprese, il nuovo framework normativo rappresenta un banco di prova importante per verificare l’efficacia delle politiche di incentivazione fiscale. La sfida sarà quella di bilanciare l’esigenza di controllo e prevenzione degli abusi con la necessità di mantenere un sistema sufficientemente attrattivo per investitori e imprenditori, evitando che la complessità amministrativa e i vincoli procedurali finiscano per scoraggiare proprio quegli apporti di capitale che le norme intendono promuovere.
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Il Dott. Marco Scardeoni è Founder e Managing Partner di Marco Scardeoni and Partners – Tax, Legal and Labor, studio professionale specializzato in consulenza fiscale, legale e giuslavoristica per imprese innovative e investitori istituzionali.